Laureato in giurisprudenza, intraprende la professione forense. Nel 1919 è candidato nelle liste della democrazia sociale ed, eletto deputato, si iscrive alla Camera al gruppo radicale. Riconfermato deputato nella XXI legislatura, diviene sottosegretario agli Interni nel primo ministero Facta (26 febbraio 1922-1 agosto 1922). Deciso fiancheggiatore del fascismo sostiene in commissione, e fa approvare in aula, il progetto di legge Acerbo che introduce il sistema maggioritario nelle elezioni politiche. Nel 1924 è eletto alla Camera nel «listone» nazionale. Assume la presidenza della Giunta delle elezioni e, in tale veste, convalida la quasi totalità dei risultati nonostante Matteotti denunci in aula i brogli e le intimidazioni dei fascisti. Dal 13 gennaio 1925 al 21 gennaio 1929 è Presidente della Camera, incarico che lascia con la nomina a senatore.